Lampione
Lampione è l’isola più piccola dell’arcipelago delle Pelagie; così piccola che, leggenda vuole, essa non sia una vera e propria isola, ma un masso che sarebbe sfuggito dalle mani di un Ciclope.
L’isolotto, che ha sempre seguito le vicissitudini delle altre Pelagie, non ha mai vissuto avvenimenti storici. Dopo essere entrato a far parte del Regno d’Italia, il 12 giugno 1878 seguì la sorte delle due isole maggiori, essendo incorporato nel nascente Comune di Lampedusa e Linosa.
Nel 1897 al largo di Lampione fu avvistato un banco di spugne che attirò l’attenzione di pescatori greci e tunisini in particolare, i quali diedero impulso economico all’arcipelago.
L’isola di Lampione non è abitata e l’unico segno del passaggio dell’uomo è il faro automatico installato per aiutare le navi e da cui deriva il nome dell’isola. Il faro è raggiungibile tramite un sentiero che parte da un piccolo attracco artificiale, adatto solo a piccole imbarcazioni.
L’isolotto, lungo 200 metri e largo 180, ha una superficie di circa 0,036 km2 e la sua altezza massima è di 36 metri. Fa parte, come Lampedusa (da cui dista circa 18 km) della placca continentale africana, al contrario della più lontana Linosa (distante 60 km), che fa ancora parte della zolla siciliana. È stato ipotizzato che l’isolotto si sia formato durante un terremoto nel Pliocene per distaccamento dall’isola madre, Lampedusa; ne è testimonianza la comune natura geologica delle loro rocce carbonatiche di età terziaria.
Dal punto di vista morfologico, le pareti della costa nord-ovest calano a picco sul mare, mentre il versante orientale digrada dolcemente mostrando canali di bianca arenaria scarsamente ricoperti di vegetazione. La conformazione sostanzialmente piatta dell’isola fa sì che sia particolarmente esposta ai venti e ciò determina anche la vegetazione tipicamente bassa, con i classici cespugli della macchia mediterranea.
Fa parte dell’area marina protetta delle Isole Pelagie ed è soggetta ai vincoli della zona C, per cui la flora e la fauna non sono soggette a totale protezione ed è consentita attività sull’isola; proprio per questo rappresenta un vero paradiso per i subacquei che vogliano godere della bellezza dei fondali profondi ed incontaminati che la natura offre. Il blu intenso dell’acqua contrasta con il bianco delle rocce, offrendo molta luce anche in profondità. Il lato occidentale dell’isolotto – il più spettacolare – prosegue sotto il pelo dell’acqua con una grande ricchezza di flora multicolore ed anfratti, sino ad un pianoro di roccia chiara con centinaia di ricci di scogliera. Le grandi insenature dell’isola sono un riparo e un rifugio per i pesci, come ad esempio il famigerato squalo grigio e lo squalo martello. Inoltre si possono ammirare splendide colonie di corallo, tra cui lo stupendo corallo giallo. Molti uccelli migratori, in particolare gabbiani, sostano qui regolarmente. Inoltre è presente l’endemico Armadillidium hirtum pelagicum, un crostaceo di terra.
Non esiste un collegamento marittimo pubblico, tuttavia, è possibile raggiungere l’isola con imbarcazioni private.